venerdì 3 ottobre 2014

UEFA Europa League: Inter - Qarabağ 2-0, vittoria sul "crampo"




MILANO - Prestazione prevedibile dopo la batosta patita dal Cagliari, non siamo ancora la squadra cazzuta che dopo uno sberlone scende in campo e si divora l'avversario. Questa sera la partita s'è svolta in un ambiente surreale, sembrava che il pubblico non aspettasse altro che una mezza sbavatura per travolgere di fischi e vomitare addosso tutta la rabbia dell'1-4 sulla squadra in campo. Capibile. L'umiliazione subita tre giorni fa è una ferita ancora aperta anche nei giocatori sul prato verde: il match inizia al piccolo trotto, l'Inter sembra ancora in bambola a distanza di 96 ore, ma piano piano guadagna il campo fino a trovare il vantaggio con un gran gol di D'Ambrosio, oramai abituato ad andare a segno nella competizione continentale.
Sembra il preludio ad una partita ricca di gol simil-Stjarnan, ma dopo la rete nella prima parte del primo tempo, il resto della frazione di gioco scorre via con la squadra che domina dal punto di vista territoriale, ma come al solito conclude poco e soprattutto male.




SOLITI PROBLEMI - I problemi sono ancora i soliti: la mancanza di idee a centrocampo e i troppi errori in impostazione. La partita vista questa sera ha evidenziato ancora una volta la totale assenza di una identità di gioco che la squadra possa imporre sull'avversario e ciò non è bene Mazzarri dovrà riflettere sulle risposte che ha dato la sua squadra stasera, perché probabilmente alcuni meccanismi non sono adatti agli uomini a disposizione e forse, è ora che si studi qualcosa di nuovo abbandonando il suo essere talebano di un modulo solo.
Quando ti presenti in questa maniera, soprattutto perdendo una marea di palloni nella zona nevralgica del campo, rischi di essere punito da chiunque riesca a mettere in fila due o tre passaggi in verticale. E' successo anche questa sera - i primi minuti del primo tempo son stati thrilling - anche se fortunatamente Reynaldo e compagni non sono stati fulmini  di guerra capaci di approfittare dei nostri errori e disattenzioni.


MEGLIO NELLA RIPRESA - Meno svarioni nella ripresa, dove l'Inter ha messo al sicuro il risultato, ma non senza fatica. Il gol è arrivato all'86' con un gran diagonale di Icardi, ma fino a lì, la squadra ha giocato non benissimo, in maniera disordinata e non riuscendo mai a far girare la palla in modo adeguato a centrocampo, causa anche di un Nagatomo ancora frastornato dagli episodi del weekend e un Kuzmanovic che, come al solito, si nota solo quando viene sostituito. Altra nota dolente è stata la prestazione di Hernanes, ancora una volta uno dei peggiori in campo. Dovrebbe essere lui il top player in grado di garantire qualità a centrocampo, ma alla fin dei conti è sempre quello che perde palloni pericolosissimi e, ultimamente, non gli riescono nemmeno i passaggi più elementari. Unica nota positiva riguardante il brasiliano è la buona costanza con cui è riuscito ad entrare in area  e concludere di testa ricevendo i cross dei compagni. Troppo poco, però. Il vero Profeta è un altro. E ci serve tremendamente.


OSVALDO - Oramai non fa più notizia, Osvaldo è il giocatore più in palla in questo momento. Quando entra lui la squadra alza di qualche metro il baricentro e diventa più pericolosa. Si vede che ha tanta rabbia in corpo - come dichiarò lui nel post Inter-Cagliari - e la sfoga in maniera positiva servendo l'assist ad Icardi per il 2-0 e deliziando i - pochi - spettatori presenti sugli spalti del Meazza. Oltre a lui, questa sera in grande spolvero c'è stato Danilo D'Ambrosio, oramai divenuto l'uomo di coppa nerazzurro, mettendo a segno il suo terzo gol in 4 partite di Europa League. Non male per un terzino.

FORMA FISICA - Ciò che ha preoccupato di più è la forma fisica precaria che ci sta accompagnando da qualche settimana, questa sera verso la metà del secondo tempo c'è stata una vera e propria emergenza crampi: prima Guarìn, poi Hernanes - entrambi sostituiti - e sul finale anche Icardi e D'Ambrosio colpiti tutti quanti dallo stesso problema ai polpacci. E' una situazione strana al 2 di ottobre, dopo nemmeno un mese e mezzo dall'inizio della nuova stagione. Ci si augura che Pondrelli e Mazzarri studino un piano di recupero fisico e richiami di preparazione tali da poter evitare figuracce per colpa della forma scarsa. E noi sappiamo cosa significhi giocare quando le gambe non rispondono, vedi finale di stagione 2012\2013 con Stramaccioni in panchina.


LE PAGELLE

CARRIZO 6: Poco impegnato, ci si accorge di lui solo per il mancato stop del pallone che ha regalato un corner agli azeri del Qarabag.

ANDREOLLI 5,5: Molto impacciato, sembra ancora soffrire la prestazione di domenica. Male male ogni volta che deve rincorrere un attaccante avversario. Va in apnea nel finale di gara.

RANOCCHIA 7: Alzi la mano chi pensava che Andrea avesse potuto acquisire così tanta fiducia da quella fascia al braccio. Gioca sempre sicuro e anticipa sempre in maniera egregia l'attaccante che gli gira attorno. Da centrale nella difesa a tre si trova molto più a suo agio che da centro-sinistra o da centro-destra.

JUAN JESUS 5: Sbaglia praticamente tutti gli appoggi oltre i 3 metri e nel finale di partita compie due o tre svarioni consecutivi che avrebbero potuto mettere in discussione il risultato. Si stizzisce anche con i tifosi che lo beccano per qualche sbavatura di troppo, ma sbaglia: sta giocando molto male, il tifoso dopo la settimana appena trascorsa, ha tutto il diritto di mostrare la propria amarezza.

D'AMBROSIO 7: L'uomo di coppe, spinge per quasi 90', ara la fascia e segna un grandissimo gol. Esce con i crampi dopo una partita positivissima.

KUZMANOVIC 4: E' un corpo estraneo da 2 anni e mezzo, non ricordo una partita giocata in maniera sufficiente e, cosa ancor peggiore, non ci si accorge nemmeno che sia in campo. Io, personalmente, me ne sono accorto al momento della sua sotituzione.

M'VILA 6,5: Si piazza a centrocampo davanti alla difesa e da lì non si muove. La condizione migliora di settimana in settimana e, secondo me, sarebbe pure ora di dargli una nuova chance da titolare anche in Campionato. Fino a quando il fiato regge, dalle sue parti, non passa quasi nessuno. Verso la fine, causa crollo fisico di tutta la la squadra, va in sofferenza anche lui.

NAGATOMO 5: Non lo si vede mai, è ancora frastornato dalla prestazione pessima di domenica scorsa. Non spinge, non crossa, non si propone. Ogni volta che gli arriva la palla tra i piedi fa la giocata facile all'indietro per Andreolli. Se questa è la reazione che ha dato dopo la debacle contro il Cagliari, beh, non ci siamo caro Nagatiello.

GUARIN 5,5: Corre tanto, ma sbaglia ancora di più. Spazia molto dietro ad Icardi, ma non riesce in quello che è il suo compito questa sera: dare assist a Maurito. Fino all'ingresso di Osvaldo, l'argentino con la camiseta 9, non vede un pallone giocabile.

ICARDI 6: Gol da fuoriclasse, ma ne sbaglia uno gravissimo qualche minuto prima. Inutile girarci sempre intorno: da solo, là davanti, con Guarìn a supporto, non ci può giocare.

Sostituti:

OSVALDO 6,5: Entra con lo spirito giusto del combattente. Lotta su ogni pallone e fornisce l'assist per il 2-0 ad Icardi. E' sempre più decisivo nelle giocate offensive dell'Inter. E con lui in campo, la squadra segna sempre.

MEDEL 6: Entra a poco dalla fine, ma tanto basta per alzare il pressing a centrocampo e tamponare gli azeri che nel frattempo stavano guadagnando qualche metro in avanti.

OBI 6: Toh, chi si rivede, avranno detto in molti. Subentra a Hernanes e si piazza a completamento della cerniera di centrocampo insieme a Medel e M'Vila. Qualche buona giocata, ma anche troppi palloni persi. Nel complesso sufficiente il suo scampolo di partita.

MAZZARRI 6: Devo essere sincero: mi aspettavo un altro approccio alla partita da parte dell'Inter, non quello visto stasera. Undici ragazzi spauriti e ancora in bambola per la sveglia presa in Campionato da Zeman. Con il passare dei minuti striglia i suoi e perlomeno si gioca tenendo in mano il pallino a centrocampo, anche se di lavoro da svolgere ce n'è ancora tanto. E fisicamente, a Firenze,  in una partita da non sbagliare assolutamente, ci presenteremo con tanti punti interrogativi.

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